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Ifakara:
È una piccola e disordinata cittadina distrettuale situata sulla sudicia rotta stradale fra Mikumi (parco nazionale)
e Mahenge (a circa 430 Km da Dar es Salaam).
Fa parte del distretto del Kilombero, che prende il nome dal grande fiume che scorre vicino alla città.
Ifakara assomiglia ad una città dal selvaggio West con le sue strade polverose; ha alcuni bar, ristoranti,
negozi, un mercato, l'ufficio postale, la banca e l'ospedale San Francis
(vedi ospedale).
C'è una grande missione cattolica ed anche un centro di ricerca per la Malaria.
Ci sono molti piccoli bus che la collegano a Mikumi e Dar es Salaam.
C'è anche una ferrovia che collega Dar es Salaam alla lontana cittadina di Mbeya, più a sud,
sebbene raramente percorsa dal treno.
Il quartier generale del >Distretto Scolastico è situato a Ifakara. Se si giunge in città nell'intervallo
o all'uscita dalle lezioni si vedono migliaia di bambini e ragazzi in divisa (camicia bianca e, rispettivamente,
gonna a pieghe e calzoni blu per femmine e maschi).
Al centro della città spicca la cattedrale cattolica, edificata in mattoni rossi come la vicina
parrocchia di S. Andrea, retta dall'ottimo Padre Salutaris che parla un comprensibile italiano (ha completato gli studi a Roma)
e che da asilo a tutti gli stranieri che capitano da queste parti (per lo più appartenenti a gruppi di volontariato europeo).
È molto grande la chiesa di Ifakara e sembra quasi stonata rispetto alle capanne e ai pochi edifici di mattoni,
ma alla domenica - nonostante due celebrazioni a orari diversi - straripa letteralmente di persone, tanto che si
accalcano anche fuori dalle entrate principale e laterale.
Credenti o no, è davvero una vista da non perdere. La gente indossa il vestito migliore e la partecipazione è
totale con canti e musica (con tanto di coro e strumentisti diretti da un maestro in camicia bianca e farfallino nero)
che manifestano la gioia di ritrovarsi nel rito collettivo.
È un colorato caleidoscopio di Kanga (stoffe tipiche e coloratissime con proverbi o massime scritte
in Swahili, con cui vestono le donne tanzaniane) e di bambine con vestitini color confetto arricciati
e pieni di volants, come indossavano le bambole che una volta da noi abbellivano letti e sofà.
Alla fine della messa un laico legge tutte le notizie significative per la comunità (morti, nascite, notizie
di parenti e accadimenti vari, insomma una specie di telegiornale locale) arrivate tramite la radio C.B. che le
parrocchie anche le più remote della regione accendono ad un orario prestabilito.
In Tanzania esiste la rete telefonica ma, oltre a non estendersi a tutto il territorio, non funziona continuativamente
in quanto continuamente soggetta a guasti che, prima di essere individuati e riparati, isolano di fatto le
comunicazioni anche per più settimane.
L'avvento della telefonia mobile (qui Celtel), per chi può permetterselo, ha parzialmente risolto il
problema delle telecomunicazioni (ci sono pochi ripetitori e localizzati per lo più vicino alle città).
Ifakara rimane impressa nella memoria del visitatore per cose belle ma anche per cose sgradevoli.
Le palme altissime che sembrano solleticare il cielo che alla sera gronda di stelle sono indimenticabili come
gli sciami di zanzare che ti assalgono appena fa buio (e qui ai tropici la notte cala di colpo).
Il caos di veicoli (camions, piccoli bus, corriere, auto, motociclette, vespe, biciclette) e di persone che
incessantemente percorrono le due strade sterrate che attraversano la cittadina, crea uno strato di polvere e
smog soffocante e irritante per gli occhi ed è frastornante.
Ma alla sera tutto si ferma e l'aria profuma di frutta tropicale e si sentono solo i suoni della natura che
prende il sopravvento sulla rumorosa umanità.
Le persone sono estremamente bendisposte e comunicative (un poco di inglese, un po' di swahili e molta gestualità)
e ti fanno sentire meno estraneo nel cuore dell'Africa.
La miriade di bambini festosi che scherzosamente ti canzonano gridandoti: "jambo mzungu" (ciao viso bianco)
con gli occhi sorridenti più delle bocche straripanti di denti bianchissimi, non ti può lasciare indifferente;
vorresti abbracciarli e coccolarli tutti per quanto laceri e polverosi.
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